MILANO – Matteo Piano, capitano dell’Allianz Powervolley Milano, si racconta ai microfoni di Gazzetta dopo l’impresa della sua squadra all’Allianz Cloud in Gara 2 dei Quarti di Finale Play Off.
Si parte dal pubblico, si parte dalle persone che, in una città così grande come Milano, fanno sentire Piano e compagni sempre a casa: «Vedere tutta quella gente che è venuta lì, per me, per noi. Anche alla fine di un anno difficile e complicato dove non abbiamo vinto troppo. Io credo che sia qualcosa di fantastico che non possiamo dare per scontato. E questo va al di là del risultato. Quelle persone sono contente di essere venute al palazzo per stare con noi. E io credo che sia una cosa tutt’altro che scontata. E questa emozione è stata una costante della mia stagione: in questi ultimi mesi ho trovato un sacco di persone che mi fermano anche per strada, che vogliono un saluto, un selfie, mi vogliono raccontare qualcosa. E Milano non è una città di provincia. È una metropoli. Essere capitano in una città come questa è una responsabilità. Ma è una responsabilità bella».
Una responsabilità formato Matteo Piano, fatta su misura per lui, il primo trascinatore emotivo dei suoi compagni che riescono a stravolgere il pronostico che sulla carta sembrava il più scontato fra tutti.
«Nello spogliatoio fra noi, ma anche con il presidente, Lucio Fusaro. Il nostro obiettivo doveva essere regalarci gara 4. Quella di mercoledì era uno spartiacque per noi, ma anche per la gente che è venuta al palazzetto. È stata una grande cosa».
Una vera e propria impresa per il centrale di Asti, che racconta ogni partita come una storia a sé, e certamente la gara con Perugia non può rivelarsi una vittoria di rivalsa con quella giocata a Civitanova lo scorso 4 marzo (metà squadra fuori a causa Covid): «Non ci sono collegamenti. In quella partita, abbiamo dovuto superare un senso profondo di vergogna anche nei confronti del pubblico. Credo che siamo stati molto bravi ad affrontare quella prova, con dignità. E me la porterò dietro tutta la vita».
E poi c’è la Città, Milano: «Milano è una città dove sono contento di vivere. È una città che offre tanto, ma bisogna essere umili, perché Milano è una città che ti mangia. Devi fare passi piccoli e graduali. È una metropoli in cui sto bene e dove sono cresciuto molto. Quando mi hanno fatto capitano ero spaventato invece adesso mi ci ritrovo dentro».
Da Capitano porterà i suoi compagni verso gara 3 per tentare un’altra impresa conscio dei propri mezzi e di quelli del team: «Credo che cambi qualcosa per noi. Cambia la nostra responsabilità, la nostra percezione. Ripetersi non è semplice, ci vorrà un’altra impresa. Sappiamo che possiamo giocare bene a pallavolo. Io credo che Perugia si aspettasse di vincere. Per noi credo che si sia trattato di un upgrade importante, anche perché tutti gli ultimi tie break li avevamo persi. Questa volta è andata diversamente».
Per ultimo l’avvento della Vero Volley sul capoluogo lombardo: «Penso che sia una cosa bella. È vero che lo sport è spesso campanilismo, ma qui stiamo parlando di dare a una grande città la migliore pallavolo che si può avere. Secondo me sarà davvero una figata, se non si gioca al braccio di ferro per fare vedere chi è il più bravo…».